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al testo di Maria Rosaria Teni
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Clima natalizio, malato di solitudine intessuto di pietismo infatuato di superficialità nella rincorsa di una festosità smarrita tra le righe di una pagina di storia consumata da tarli d’odio.
Ogni anno puntuale il rituale pragmatico enfatizzato dal nostalgico ricordo mentre scivola la lacrima furtiva tra le ciglia umide di occhi miopi che non vogliono più vedere che non vogliono più guardare chi non c’è e chi c’è solo in apparenza.